Iniziazione massonica: il coraggio oltre la vanità
Iniziazione massonica un viaggio Interiore
“L’iniziazione massonica è un viaggio di trasformazione profonda, dove ogni simbolo e ogni gesto invitano l’iniziato a superare le barriere del narcisismo e ad abbracciare la semplicità dell’essere. Solo chi è disposto a morire a sé stesso può rinascere alla Luce, oltre le tenebre del proprio cuore.” – Hermes
Il primo passo: varcare la soglia del Tempio
Nel silenzio del Gabinetto di Riflessione, circondato dalle tenebre che precedono la Luce, il profano si prepara a varcare la soglia del Tempio. È un momento solenne, carico di aspettative e significati profondi. Tuttavia, troppo spesso si commette l’errore di considerare questo passaggio come un punto d’arrivo, quando in realtà rappresenta solo il primo, timido passo di un viaggio che durerà tutta la vita.
L’Iniziazione virtuale: una potenzialità da sviluppare
L’iniziazione massonica non è una medaglia da appuntare al petto, né un titolo da esibire con vanagloria. Come René Guénon ci insegna in Considerazioni sulla via iniziatica, ciò che si riceve nel rito iniziatico è innanzitutto un’iniziazione virtuale, una potenzialità che deve essere attualizzata attraverso un lavoro costante e personale. È un seme piantato nel terreno dell’anima, che richiede costante cura e dedizione per germogliare e dare frutti. Ma anche una qualificazione preliminare, una “segnatura” specifica che ci renda adatti a comprendere e a percorrere un determinato cammino.
Per essere ancora più espliciti, citando le parole del grande metafisico francese: “Nella iniziazione occorre sviluppare la virtualità che essa costituisce; ma altresì è anche necessario, in primo luogo, che questa virtualità preesista”. Ancora: come ci ricorda il cercatore adwaita contemporaneo Jeff Foster, “ciò che pensavate di sapere a volte si dissolverà nel nulla. Le vostre intuizioni più brillanti, il lavoro di una vita, tutto può crollare al suolo. A volte senza preavviso. Vi verrà chiesto di ricominciare, e ancora, e ancora.”
La trappola dell’Ego: confondere la forma con la sostanza
Quanti, dopo aver indossato il grembiule per la prima volta, si cullano nell’illusione di essere già “arrivati”? Quanti confondono i simboli esteriori – le insegne, i titoli, le decorazioni – con la vera essenza dell’iniziazione? Questa è forse la più insidiosa delle trappole dell’ego: credere che l’appartenenza formale a un’istituzione tanto nobile quanto antica sia sufficiente a elevare lo spirito, dimenticando che l’iniziazione virtuale è solo una possibilità che attende di essere realizzata.
Le prove del Cammino: sffrontare dolore e oscurità
Sì, l’iniziato toccherà “la beatitudine e la gioia dell’esistenza”, riderà “della semplicità delle cose”. Ma dovrà anche affrontare le sue paure più profonde, esplorare l’oscurità dentro di sé, entrare in “sacche di dolore che non sapeva esistessero”. Perché la sapienza tradizionale ci ricorda che l’iniziazione è solo l’apertura di una porta, l’accensione di una scintilla che deve essere alimentata giorno dopo giorno attraverso lo studio, la riflessione, la pratica delle virtù massoniche e, soprattutto, attraverso la progressiva morte dell’ego e delle sue illusioni.
Come dice ancora Jeff Foster: “A volte penserete di aver raggiunto la fine del percorso, e poi vi ritroverete al maledetto inizio. A volte avrete voglia di arrendervi. A volte vi sembrerà di non aver fatto alcun progresso. Ma state guarendo. State guarendo.”
Il vero Iniziato: oltre i gradi e le decorazioni
Il vero iniziato è colui che comprende che i gradi, i titoli e le decorazioni non sono che strumenti pedagogici, supporti simbolici per un lavoro interiore che va ben oltre le forme esteriori. La vera iniziazione non si esaurisce nel rito, ma si sviluppa nel silenzioso laboratorio dell’anima, dove ogni massone è chiamato a scolpire la propria pietra grezza, trasformando gradualmente l’iniziazione virtuale in iniziazione effettiva.
La tradizione ermetica ci parla dell’Opera al Nero – la nigredo alchemica – che non termina con l’iniziazione formale, ma proprio da lì comincia. È un processo di dissoluzione e ricostruzione che richiede pazienza, umiltà e perseveranza.
La vera nobiltà massonica
In un’epoca in cui l’apparenza sembra prevalere sulla sostanza, è più che mai necessario ricordare che la vera nobiltà massonica non risiede nei paramenti o nei titoli, ma nella capacità di trasformare quella prima scintilla iniziatica in una fiamma viva e duratura. Solo così l’iniziazione virtuale può diventare effettiva, realizzando il suo vero scopo: la progressiva elevazione dell’essere umano verso la sua dimensione più alta e spirituale.
Dalla virtualità alla fiamma viva
Chi si ferma all’aspetto esteriore dell’iniziazione, accontentandosi del prestigio sociale o dell’appartenenza formale all’istituzione, tradisce non solo lo spirito della Libera Muratoria, ma anche e soprattutto se stesso. Perché l’iniziazione, come la vita stessa, è movimento e trasformazione continua.
In questo senso, il passaggio dall’iniziazione virtuale a quella effettiva è un processo di guarigione profonda – guarigione dall’illusione della separatezza, dall’attaccamento alle forme esteriori, dalla tirannia dell’ego. Come ci ricorda la saggezza tradizionale, ogni vera iniziazione è una piccola morte seguita da una rinascita. E in questo continuo morire e rinascere, in questo incessante lavoro di trasformazione interiore, sta il vero significato del percorso iniziatico. Non è un cammino per i deboli di cuore, ma è l’unico cammino che conduce alla realizzazione di quella potenzialità che il rito iniziatico ha depositato nel nostro essere più profondo.